Riflessioni sull'11 settembre

Cari nel Signore,

mentre scrivo questo pezzo mi trovo nella Val di Non. E’ l’11 settembre, sono qui per una campagna evangelistica tra i musulmani e, solo poche ore dopo il mio arrivo, le Torri Gemelle a Manhattan sono crollate. Nonostante assistessi in diretta televisiva all’infame strage ero sbalordito, incredulo, non riuscivo a capacitarmi di quanto stesse accadendo.

Dopo i fatti terribili accaduti in America mi chiedo "cosa possiamo fare?". In che modo l’onda d’urto ci fa reagire? Forse qualcuno è in preda alla paura, forse sta reagendo con astio nei confronti dei musulmani, forse qualcuno si sta ritraendo dal predicare loro l’Evangelo, o forse qualcuno (spero tanti) si stanno rimboccando le maniche nell’intento di abbracciare la volontà e la vocazione di Dio.

Gesù ha detto che noi siamo la luce del mondo. Questo mondo decaduto, esasperato, senza sicurezza e senza pace duratura sta aspettando la manifestazione di noi, figli di Dio. I fatti accaduti confermano che il Vangelo deve essere predicato "a tempo e fuor di tempo", con ogni autorità che Dio ci ha dato.

Ho riflettuto sul fatto che Dio si serve delle nazioni (anche di quelle islamiche) come strumento per dare lezioni memorabili ad altre nazioni che non vogliono riconoscerLo, né servirLo. Le ricchezze dei paesi, la stabilità economica, la potenza militare e strategica non possono assicurare nulla. Questo vale per noi tutti, non solo per gli americani. Su chi appoggiate le vostre certezze?

Ho pensato anche ai kamikaze, pronti a tutto, fino alla morte. A cosa sono disposto io? Qual è il prezzo che intendo pagare per un’anima convertita a Dio?

Nella Bibbia esistono interessanti interazioni tra il giudizio che il Signore infliggeva a Israele e il mondo intero negli "ultimi giorni"

"Ed essi distruggeranno le mura di Tiro e abbatteranno le sue torri; io spazzerò via di su lei la sua polvere, e farò di lei una roccia nuda " Ezechiele 26:4

Diversi musulmani in questi giorni affermano che quanto accaduto non sia "il vero Islam". Ma i musulmani che affermano e credono sinceramente in queste parole sono contrari a quanto, invece, dice il Corano. E’ il Corano stesso che detta le regole della "Guerra Santa".

Nella sura 8 al verso 39, si parla di stabilire l’islam nel mondo intero.

Combatteteli finché non ci sia più politeismo , e la religione sia tutta per Allah. Se poi smettono? ebbene, Allah ben osserva quello che fanno.

Nella sura 4 ai versi 76-78, si parla di "morte che raggiunge gli esseri umani su torri". (Il Corano, Newton & Compton Editori, 1996)

" Coloro che credono combattono per la causa di Allah, mentre i miscredenti combattono per la causa degli idoli. Combattete gli alleati di Satana. Deboli sono le astuzie di Satana. Non hai visto coloro ai quali fu detto: "Abbassate le mani , eseguite l'orazione e pagate la decima "? Quando fu loro ordinato di combattere, ecco che una parte di loro fu presa da un timore per gli uomini, come timore di Allah o ancora maggiore, e dissero: "O Signor nostro, perché ci hai ordinato la lotta? Se potessi rinviarci il termine!" . Di': "E' infimo il godimento di questo mondo, l'Altra vita è migliore per chi è timorato [di Allah]. Non subirete neanche un danno grande come una pellicola di dattero . La morte vi coglierà ovunque sarete, foss'anche in torri fortificate…".

Nella sura 9 al verso 41 vi troviamo l’istigazione a immolarsi anche come "kamikaze":
" Leggeri o pesanti, lanciatevi nella missione e lottate con i vostri beni e le vostre vite. Questo è meglio per voi, se lo sapeste."
Cari fratelli, care sorelle, prego che i recenti fatti accaduti non ci facciano essere come Giona rispetto ai niniviti, e che non pecchiamo ergendoci come paladini della giustizia umana, ma che possiamo andare al Signore e rivedere la nostra posizione. Spero che ognuno di noi voglia cogliere queste occasione che il Signore ci dà ancora una volta per essere suoi fedeli servitori, per predicare l’Evangelo (la Buona Notizia) della pace e della giustizia di Dio ad ogni creatura.

Dobbiamo vegliare e pregare affinché il nostro cuore non si indurisca nei confronti dei musulmani; talvolta Satana usa i media per rubare dai nostri cuori la vocazione a evangelizzare. Per questo Gesù ci ha lasciato detto: "Se amate coloro che vi amano cosa fate di speciale?… anche i peccatori amano chi li ama."

Il Vangelo sostiene che Gesù non venne per giudicare ma per salvare. Il credente è chiamato a partecipare a tutto ciò che è nel cuore del suo Maestro: predicare l’Evangelo ad ogni creatura (Marco 13:10; 16:15; Matteo 24:14) "che ascoltino o che non ascoltino"

(Ezechiele 3:11b).

Adesso possiamo meglio comprendere le parole di Gesù "Andate, ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi" Luca 10:3. Ma Lui ci ha anche promesso di essere con noi ogni giorno, fedelmente, e di essere più forte di colui che è nel mondo.

Infine, cito le parole dell’Apostolo Paolo : "in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati" (Romani 8:37).

Prego che l’accaduto di New York faccia uscire molti di noi dal letargo. Chi si sente impegnato incoraggi altri a perseverare nella propria sfera d’azione. Chi si sente scoraggiato, si scrolli. Chi ha paura, si fortifichi nel Signore. Questa è la nostra opportunità per fare la differenza in questa società angosciata e scossa.

Prima di terminare, va ricordato che non esistono soltanto i musulmani fondamentalisti. In Italia abbiamo tra noi semplici uomini in cerca di una vita migliore e che non solo detestano quanto accaduto in America ma vogliono avere con noi un rapporto di pace. Molto spesso, parlando con loro, vi diranno che sono delusi della loro religione. Da noi non ci sono soltanto i soliti lavavetri, vu’ cumprà e clandestini, ma anche tanti operai in regola, dottori, studenti universitari, profughi, turisti, uomini d’affari...

Quando la montagna non va a Maometto

L’immigrazione dei popoli musulmani in occidente, permessa dal Signore, dà l’opportunità grandiosa al Corpo di Cristo di proclamare loro, in piena libertà, l’Evangelo nella nostra nazione, nella nostra città e nel nostro quartiere, come in un "vero" campo di missione, affinché l’Evangelo sia udito da tutti e dia una speranza certa ad ogni creatura che verrà a Cristo.

Non dimentichiamo che nella stragrande maggioranza dei paesi islamici i missionari cristiani incontrano seri ostacoli nell'introdurre letteratura a scopo evangelistico. Ecco fratelli, perché la presenza di tanti musulmani qui fra noi, nel nostro Paese, diventa la nostra opportunità… da prendere al volo.

Il Signore offre ad ogni credente il suo compito da svolgere verso la realizzazione della meta: "E questo Evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine" (Mt 24:14) e "affinché chiunque crede in Lui riceve il perdono dei peccati mediante il Suo nome" (At 10:43).

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